Dalle giovanili alla prima squadra, la storia di Kovalenko. Quella benedizione di Lucescu...
Si avvicina Shakhtar Donetsk-Napoli, prima partita della Fase a Gironi dell'attuale Champions League. Le squadre si sono studiate, avranno preparato la partita al meglio e, sciolti gli ultimi dubbi per le rispettive formazioni, saranno pronte a scendere in campo. Quest'oggi vi portiamo tra le mura degli ucraini, squadra di discreto talento con picchi di elevata qualità. Uno degli elementi più interessanti non può non essere Viktor Kovalenko.
Nato il 14 febbraio 1996, l'amore che simboleggia la sua data di nascita (che cade nel giorno di San Valentino) è il sentimento con il quale è meglio rappresentabile ciò che lo Shakhtar rappresenta per questo ragazzo, entrato nelle giovanili del club all'età di 12 anni e mai più uscito. Fa tutta la trafila delle giovanili fino ad arrivare in prima squadra, con la quale debutta nel 2015 con Lucescu in panchina. Proprio l'ex tecnico si sbilanciò sul ragazzo: "Ha tutto per diventare il più forte giocatore nella storia del calcio ucraino". Investitura importante, così come importanti sono le sue qualità.
Parliamo di un trequartista adattabile centrocampista centrale. Buona visione di gioco, dotato tecnicamente, fisico strutturato. Non è velocissimo, ma la sua intelligenza calcistica gli permette di leggere in anticipo la situazione in campo così da evitare l'intervento dell'avversario. In questa stagione deve ancora essere decisivo in zona realizzativa, mentre nell'annata passata furono 10 i gol complessivi, un bottino non male.
Nonostante parliamo di un calciatore che, nonostante la giovane età, è già nel giro della Nazionale del proprio Paese (con la quale ha raccolto 14 presenze), da quando sulla panchina dello Shakhtar è arrivato Fonseca le cose non sembrano andare più così bene. Kovalenko viene infatti spesso sostituito, e non mancano le occasioni dove invece parte dalla panchina e subentra a gara in corso (in questa stagione su 9 partite complessive in 4 è accaduto ciò). Pare aver perso quel ruolo di trascinatore che con Lucescu gli sarebbe stato sicuramente cucito addosso, ma ovviamente non sarebbe corretto parlare di crescita arenata.
Per chiudere: Kovalenko è un elemento che il Napoli non dovrà sottovalutare (così come tutta la squadra avversaria) onde evitare che questa trasferta si complichi più del previsto...