Lipsia: tempesta ed impeto in Bundesliga
Dalla Zweite Bundesliga alla Champions League in appena un anno
Continua il nostro viaggio nei principali campionati europei alla scoperta delle varie squadre-rivelazione: dopo l’Atalanta ed il Monaco, è la volta del Leipzig di Ralph Hassenhuttl, seconda forza della Bundesliga nell’anno dell’esordio nella massima competizione tedesca.
La storia si ricorda di Lipsia principalmente per la disfatta di Napoleone contro la sesta coalizione nel 1813, ma dal 2017, almeno per gli appassionati di calcio, questo nome proprio di città avrà un altro significato.
La giovanissima società sassone nasce nel 2009 dalle ceneri del Makranstadt (club di una cittadina limitrofa, militante in quinta divisione), ad opera del colosso Red Bull, desideroso di espandere il proprio universo calcistico dopo le esperienze di Salisburgo, New York e Campinas (Brasile).
Appena otto anni dopo, la ritroviamo qualificata alla fase a gironi della Champions League, eppure gli inizi non sono stati così semplici, nemmeno per quel che riguardava il nome del club: in Germania, infatti, è vietato inserire nel nome della squadra un marchio commerciale, tranne in caso di finanziamento a lunghissimo termine (Bayer Leverkusen). Ma le regole, si sa, sono fatte per essere aggirate, e l’escamotage è stato quello di chiamare il neonato club “RB Leipzig“, dove RB sta per “RasenBallsport”, “gioco da palla che rotola su un prato“… Ingegnoso. Ad ogni modo, per fugare ogni dubbio, sono stati adottati il bianco e il rosso come colori sociali e i classici tori rossi nello stemma della squadra, cose, queste, che hanno fatto infuriare non poco gli integerrimi tifosi tedeschi, i quali non esitano ad etichettare il Leipzig come squadra più odiata di Germania.
Ma veniamo al punto: tutto questo astio, alla fine, è meritato?
Le statistiche parlano di una squadra dall’età media di 24,3 anni (!!!) che si esprime al di sopra dei livelli del Borussia Dortmund (25,4), che non acquista per principio giocatori over 23 e il cui bomber, il ventunenne Timo Werner, ha già superato i 20 gol in campionato. Davvero è una squadra da odiare?
Il capolavoro è in gran parte di Ralf Rangnick, già allenatore e adesso Direttore Sportivo in pianta stabile del team di Lipsia, promotore della singolare quanto lodevole strategia di mercato di cui si è accennato; a ciò si aggiunga il canale preferenziale che connette Lipsia e Salisburgo e che ha portato in Sassonia Marcel Sabitzer, Naby Keita, Bernardo, Péter Gulacsi e Stefan Ilsanker (tutti titolari nella stagione in corso!).
Questi giocatori, uniti al già menzionato Werner, al fantasista svedese Emil Forsberg, al “nonnetto” Marvin Compper, 32 anni, vecchia conoscenza della Fiorentina, e alla freccia danese Yussuf Poulsen, sono le fondamenta su cui poggia l’edificio costruito da mister Hassenhuttl, che presenta un portiere a custodia di tre piani, due con quattro appartamenti e uno con due: 4-4-2, semplice ed efficace, un po’ come il Leicester dello scorso anno, Keita come Kanté, Werner come Vardy, Forsberg come Mahrez…
Il fatto è che in Germania l’egemonia del Bayern Monaco è ancora troppo opprimente, e così i tifosi del club più (ingiustamente) odiato di Germania si dovranno accontentare solo, si fa per dire, della seconda piazza, e di una risonanza mediatica tale da far passare totalmente in secondo piano un altro miracolo, quello compiuto da Julian Nagelsmann, ventinove primavere, che, da allenatore più giovane della storia, ha portato l’Hoffenheim per la prima volta in Champions.
Onore a lui, ma soprattutto onore al RB Leipzig, fucina di giovani talenti, che non può non essere tra le nostre squadre preferite!