Borri a FS24: "Ecco come cambierà Parola di scout"
La redazione di Fs24 ha contattato Marco Borri, uno dei giovani talent scout più attivi della nuova generazione
Osservatore, scrittore, docente. Un poliedrico del settore… come possiamo definirla?
Non mi piace definirmi scrittore per non offendere i veri scrittori, ma molto più semplicemente “uno che scrive”; posso dire di conoscere l’editoria, ma rimango un osservatore calcistico Abilitato F.I.G.C.. Sin da quando ho iniziato a operare come scout, ho puntato sulle mie attitudini, cercando di costruirmi una professionalità unica, potenzialmente utile. Ecco quindi i libri, le pubblicazioni su riviste specializzate, le rubriche per Tuttosport, le partecipazioni come relatore, ecc. Analogamente a quanto accade nelle aziende classiche, anche nei club sono necessari competenza, profili completi e specifici. Osservatori, in questo caso, non solo capaci di riconoscere il talento, ma anche di argomentarlo e saperlo spiegare agli altri. Tutto questo, soprattutto se si hanno dei ruoli di responsabilità, è necessario per riuscire a comunicare e condividere il lavoro con il proprio staff per il raggiungimento di risultati.
Tra le sue ultime collaborazioni quella con Tuttosport. A ottobre è partita la seconda edizione della sua rubrica “Parola di Scout”, di cosa si tratta?
Lo scorso anno sono stato contattato dal giornalista di Tuttosport Filippo Cornacchia per poter sviluppare, sulla base della rubrica già esistente, un nuovo progetto. Così è nata la mia rubrica “Parola di scout” che serviva da “cappello introduttivo” alla già esistente “A caccia di talenti”. La prima non era altro che una serie di contenuti tecnici e di vita vissuta sul campo di tutto quanto concerne lo scouting dei calciatori. In “A caccia di talenti”, invece, insieme agli Osservatori Abilitati F.I.G.C. G. Mirra, A. Ervigi e A. La Spisa sono stati selezionati e relazionati alcuni dei migliori prospetti di tutto il mondo (20 uscite). Tra questi: Agoumè (Inter), Sessegnon (Tottenham), Todibo (Barcellona), Leao (Milan), Skov Olsen (Bologna), Haaland (Red Bull Salisburgo), ecc. Per la stagione 2019/2020 la traccia e i protagonisti di “A caccia di talenti” sono rimasti gli stessi, ma “Parola di Scout” ha cambiato abito: verrà riportata una mia intervista fatta a un importante addetto ai lavori.
Progetti per il futuro?
Anzitutto desidero portare a termine nel migliore dei modi questa nuova stagione con Tuttosport. In contemporanea continuo a non abbandonare il campo in attesa di nuova collocazione, di un progetto serio e stimolante. Ho un programma consolidato di lezione sullo scouting che mantengo costantemente aggiornato per quando vengo invitato a relazionare. A livello editoriale al momento non ho nulla di concreto, ma ho sicuramente nuove idee che per il momento preferisco tenere nel cassetto, favorendo il campo e l’aggiornamento. Sto cercando si sviluppare un progetto che spero prossimamente di affinare e poter condividere con aziende nell’ambito della ricerca e selezione del personale. Credo infatti che chi lavora in questo ambito debba necessariamente saper riconoscere il talento. Deve disporre di capacità empatica, saper individuare il collaboratore ideale per la realtà per la quale lavora. Tutto questo è molto simile a quanto accade nello scouting dei calciatori. La ricerca del talento è una materia trasversale che può essere traslata dall’ambito sportivo a quello aziendale più classico, ci sono molteplici punti di contatto. Sono necessari profili preparati, capaci di ricercare, selezionare e scegliere in base alla realtà aziendale di riferimento; anche qui sono necessari metodo e linguaggio comuni.