“Svelata” l’età migliore di un calciatore. Ma è proprio così?

Qual’è l’età migliore che un calciatore dovrebbe possedere, in base alla statistica, per garantire ad una società la massima efficacia di un investimento?
Una risposta ci viene fornita da un interessante pezzo di GQ, secondo il quale, valutando alcuni dati di Infostrada Sports, il momento d’oro per un calciatore è 26 anni.
Il risultato emerge dall’analisi di vari indicatori statistici ovvero i minuti di gioco disputati (più elevati in questa fascia d’età anche se differenti per ruolo), il valore di mercato che mediamente è più alto rispetto ad altre fasi del ciclo vitale sportivo dell’atleta ed infine il grado di incidenza delle prestazioni sul risultato di squadra, che conferma come dopo i 26 anni vi sia statisticamente un calo graduale.
Naturalmente quando parliamo di efficacia di un investimento sono tuttavia anche altri i paramentri da considerare, ad esempio di natura comportamentale da parte dell’atleta stesso. Basti pensare a quanto calciatori come Toni o come Totti siano in grado di incidere ancora oggi sulle sorti delle proprie squadre, alla luce di stili di vita che ne hanno fortemente condizionato in positivo la capacità di mantenere livelli prestativi (e motivazionali) molto elevati.
L’età anagrafica sulla qualità di un investimento incide senza dubbio. Tuttavia , con ogni probabilità, è solo uno dei fattori da ponderare nella scelta dell’acquisto “giusto”.