Il modello vincente della VirtusVecomp

11.06.2013 21:07 di  Redazione FS24  Twitter:    vedi letture
Fonte: A.De Pietro per l'Arena
Il modello vincente della VirtusVecomp
© foto di www.usvirtusbv.it

Le vittorie nascono dalle radici. Non c'è fretta, il teorema vale anche per il settore giovanile. Pareva un miraggio la primavera del 1999, quando gli Allievi di Fabrizio Scarmagnan portarono a casa il titolo regionale battendo in semifinale ai rigori i mostri sacri del Montebelluna. I ragazzi di allora hanno superato i trent'anni, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta. Il tempo e il lavoro hanno colmato il gap con una delle migliori scuole d'Italia. Adesso sono gli altri a dover inseguire. Il modello-Virtus ha toccato l'apice quest'anno. Gli Esordienti sono finiti secondi solo dietro al Chievo nel torneo provinciale ed hanno messo in bacheca il «Città di Verona», i Giovanissimi e gli Allievi hanno vinto i rispettivi gironi regionali, i Giovanissimi provinciali hanno ottenuto il passaggio al gradino regionale, la Juniores Nazionale ha dominato il suo gruppo, quella della Polisportiva ha guadagnato il passaggio al torneo d'élite, così come gli Allievi '97. Un monopolio. Attorno al Gavagnin ruotano 400 ragazzi, un quinto alla Scuola Calcio. Le basi sono lì, non a caso. «Il progetto - racconta Mirko Zatachetto, direttore generale della VirtusVecomp - è iniziato tre anni fa, fortemente voluto in società con la suddivisione del vivaio in tre fasce fra Scuola Calcio, settore avviamento e settore agonistico. Il materiale tecnico è di ottimo livello, ma vincente è stata la crescita di un gruppo di allenatori che via via si è specializzato nelle singole categorie». La Virtus pesca in un raggio di 30 chilometri, arriva fino in Valpolicella ma il 70 per cento dei suoi tesserati può andare ad allenarsi anche a piedi. Gente di Borgo Venezia soprattutto. Quattro osservatori girano per la provincia, Paolo Boron e Marco Bragantini seguono l'organizzazione generale, il ragazzo entra a far parte della Virtus dopo tre o quattro relazioni, tutte di persone diverse. «Chi viene da noi - commenta il direttore sportivo Adriano Zuppini - deve soprattutto concederci fiducia e dimostrare di averne nella società. Le qualità tecniche contano molto, soprattutto però i giocatori devono sentirsi la maglia addosso». La Scuola Calcio è nelle mani di Massimo Lizziero, l'avviamento (da Minipulcini agli Esordienti) in quelle di Massimo Fanini, l'agonistica è di Olindo Filippi, molto vicino anche a Gigi Fresco con la Serie D. «Siamo tornati all'antico - evidenzia Fanini -, lavoriamo soprattutto sui gesti tecnici, coordinativi ed in situazioni di uno contro uno. Tanta tecnica e tattica individuale». Agli staff delle singole squadre si aggiungono di volta in volta due specialisti in campo motorio e tecnico. Tutto fila. Semplici fondamenta, là dove tutto nasce.