Cosa si osserva in un bambino 8 -10 anni a fini selettivi?

Se è vero che in questa fascia d’età l’aspetto ludico è l’elemento principale dell’attività sportiva, qualsiasi essa sia, è altrettanto vero che la frenesia di accaparrarsi il bambino di talento dalla piccola squadra di periferia, porta le società professionistiche (e non solo!) ad anticipare i tempi di selezione e ad accorciare sempre più i tempi naturali dell’apprendimento, momento nel quale i bambini dovrebbero imparare in forma autonoma, e liberi da condizionamenti esterni, il gioco del calcio.
I rischi di tale scelta sono enormi se l’offerta “formativa” conseguente alla selezione non è ben indirizzata verso fini “educativi” (tirar fuori il meglio), ovvero “la crescita sportiva e umana del bambino, del ragazzo e dell’uomo”. Premesso ciò, quali sono le domande più significative che lo scout investito da questo compito dovrebbe porsi per identificare a scopo selettivo un bambino così piccolo? Cerchiamo di scoprirlo insieme ponendosi dei quesiti specifici atti a fare una misurazione il più pertinente possibile e vicina all’età del bambino.
Quali sono le caratteristiche tecniche da considerare ai fini della valutazione dell’attitudine?
Che importanza dare alla componente fisico atletica?
La sfera cognitiva quanto è importante?
Quanto è importante l’attenzione nel favorire l’apprendimento?
Queste sono solo alcune delle domande a cui lo scout deve rispondere quando è chiamato a osservare dei bambini di 8-10 anni. Nota importante, anche i genitori che “identificano” nel proprio figlio capacità attitudinali “sopra la media”, sono anch’essi desiderosi di conoscere se il percorso evolutivo del figlio possa essere equilibrato e, in qualche modo, foriero di future soddisfazioni sportive. Detto ciò proviamo a fare una “fotografia” del bambino di 8-10 anni che merita le attenzioni dei club più blasonati.
CARATTERISTICHE DEI BAMBINI TRA GLI 8 E I 10 ANNI
Prima di tutto è indispensabile che lo scout comprenda che ogni fascia d’età ha delle caratteristiche peculiari che vanno considerate ai fini di una corretta osservazione, ciò è indispensabile per non cadere in errori grossolani tali da compromettere tutto il lavoro svolto. Nell’età considerata è evidente che non si può pensare di ritrovare elementi di natura tattica tipiche del “calciatore evoluto” tali da confondere o pregiudicarne la valutazione stessa.
Dagli 8 ai 10 anni 8 anni i bambini hanno superato la fase egocentrica e iniziano un percorso nuovo improntato alla “collaborazione” con i coetanei; le esigenze della squadra vengono prima dell’individualismo che ha caratterizzato il periodo precedente. Questo importante passaggio predispone il bambino a concepire l’insegnamento tecnico in maniera situazionale e in continuo mutamento dove i parametri spazio-tempo andranno a sollecitare continui adattamenti.
Tra le gestualità tecniche, lo spazio e il tempo c’è sempre più uno stretto legame che porterà il bambino, durante il percorso di crescita, ad affinare la tecnica in funzione di un preciso obbiettivo di gioco (la tecnica funzionale alla tattica).
A livello fisico-motorio si assiste ad un primo incremento del sistema muscolare, ad un controllo “volontario” del corpo così come della coordinazione generale. Lo sviluppo affettivo e sociale è contraddistinto da un richiamo sempre più forte dal gruppo dei coetanei mentre l’allenatore assume il ruolo di figura centrale e significativa. Lo sviluppo cognitivo sta prendendo forma tanto che i bambini iniziano a riconoscere e a legare insieme “causa ed effetto” e, di conseguenza, a mettere le basi per sviluppare il pensiero tattico.
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CONTESTI AMBIENTALI DELL’OSSERVAZIONE
Per garantire una maggior attendibilità è necessario dilatare i tempi di osservazione del bambino. In questa fase il processo di crescita psico-fisica è talmente rapido che non si deve rimanere sorpresi se da un mese all’altro l’aspetto morfologico e coordinativo (tecnico) appare sotto nuova veste, tanto da farti pensare che il bambino osservato uno o due mesi prima “non è più lui, ma un altro”.
La squadra di appartenenza è l’elemento “naturale” dove il bambino si esprime al meglio; conoscendo i propri compagni e l’allenatore si sente libero da condizionamenti esterni, ed è proprio in questo ambiente che lo scout attento effettua il monitoraggio e la crescita sportiva.
L’osservazione è completa se effettuata in contesti diversi:
allenamento e partita, avversario forte-debole;
in spazi di gioco diversi (3>3 5>5, 7>7);
con condizioni ambientali variegate (condizioni atmosferiche, campo largo-stretto, sintetico-erba, disconesso-fangoso).
Quest’ultimo principio vale per tutte le categorie di scuola calcio e settore giovanile.
LINEE GUIDA NELL’OSSERVAZIONE
In relazione all’età anagrafica lo scout preparato deve porre attenzione verso quelle caratteristiche predisponenti che evidenziano più direttamente l’attitudine del bambino al gioco del calcio, in particolare mi riferisco alle capacità senso percettive e le capacità coordinative, connubio indispensabile per garantire eleganza ed efficacia al gesto tecnico. Semplificando, le capacità senso percettive rappresentano determinate potenzialità del bambino, ossia capacità di raccogliere stimoli interni ed esterni al nostro corpo grazie a particolari sensori chiamati analizzatori (tattile, acustico, visivo, statico-dinamico, cinestetico) che, in risposta, innescano un sistema specializzato e organizzato ch [CALCIO BAMBINI] e da vita al movimento. In definitiva le capacità senso percettive sono responsabili della ricezione, decodifica e innesco della risposta nervosa; le capacità coordinative sono responsabili dell’organizzazione, del controllo e direzione del movimento. Per meglio comprendere quanto riportato in quest’articolo si possono fare degli esempi pratici di campo:
grazie alla vista (analizzatore visivo) un bambino è in grado di passare la palla sulla corsa del compagno;
grazie all’equilibrio (analizzatore statico-dinamico) il bambino riesce a mantenere le corrette posture anche in situazioni di pressione avversaria;
grazie all’analizzatore cinestetico detto anche analizzatore motorio, il bambino è in grado di elaborare le informazioni relative al movimento grazie ai fasci neuro muscolari, agli organi tendinei e alle articolazioni;
una buona capacità di differenziazione consentirà al bambino un buon dosaggio della forza nel passaggio o nel tiro in porta;
l’anticipazione motoria garantirà una buona lettura della traiettoria della palla, dei movimenti dei compagni e degli avversari.
Il Talent Scout necessita dunque di sviluppare competenze in materia di “scouting precoce”, perciò ti consiglio di leggere e approfondire gli argomenti che riguardano la coordinazione generale. Possedere buone capacità coordinative equivale sovente al possedere una buona tecnica di base che, con gli anni, diventerà tecnica applicata alle situazioni di gioco (tattica individuale).