Riqui Puig, la Masia nunca muere
Sulla cantera del Barcellona si è detto e scritto tanto. Sarebbe quindi superfluo, se non banale, elogiare una cosa ben nota, ovvero la qualità del lavoro dei blaugrana con i giovani. Qualcuno (una minoranza, va detto) ha recentemente segnalato una sorta di inversione di tendenza, a seguito della quale il club catalano non ha lanciato qualche nuovo campioncino in prima stanza, quanto meno con continuità. A cos’è dovuto ciò? C’è chi parla di impossibilità di ripetere i risultati della “stagione” precedente, quella dei vari Messi, Iniesta e Xavi (e ci fermiamo qui); chi di una precisa linea societaria, con Bartomeu che ha ritenuto corretto rinforzare l’organico con dei campioni affermati. È forse a causa di quest’ultima motivazione che vari talenti della Masia hanno scelto altre vie, vedi Mboula, Sergio Gómez, Robert Navarro oppure Pablo Moreno, quest’ultimo approdato alla Juventus. Non più autofinanziamento, quindi, ma la volontà di essere competitivi sempre e costantemente.
Alla tesi segue l’antitesi, ovvero un’argomentazione che permette una diversa visione delle cose rispetto a quanto pocanzi sostenuto. Seppur nel recente passato la diaspora abbia avuto un ruolo dominante, il sodalizio catalano pare abbia deciso di tornare ad effettuare un lavoro di Cruyffiana memoria. Oppure, per meglio dire, potrebbe essere tornata la volontà di dare sfogo al meticoloso lavoro fatto con los niños, che sin da piccoli sposano un modo di pensare prima che giocare a calcio. Ricard “Riqui” Puig Martí potrebbe essere la concreta rappresentazione di questo concetto.
Classe 1999, il mondo si è accorto di lui nel corso dell’ultima estate quando, aggregato alla prima squadra nel corso delle tournée statunitense, ha avuto modo di mettere in mostra le sue qualità. La tecnica è la sua qualità principale, con quelle che sembrano carezze ad un pallone piuttosto che un brutale calcio. Notevole visione di gioco, ama la ricerca della passaggio che possa eludere la linea di pressione avversaria, così da mettere i compagni di squadra in condizione di creare superiorità numerica. Non esita nel tentare la giocata, dimostrando quindi personalità nonostante la giovane età. Sotto l’aspetto tattico, parliamo di un regista adattabile con ottimi risultati al ruolo di mezzala, duttilità, che perfeziona nel Barcellona B dove, applicando un concetto cardine della filosofia blaugrana, ovvero la costante libertà nei movimenti, cambia continuamente posizione insieme ai vari Aleña, Monchu e Collado, con i quali comanda le operazioni in mezzo al campo (seppur Collado venga anche impiegato come ala). Fisicamente molto esile, è forse questo il punto sul quale bisogna lavorare maggiormente, in quanto l’agilità nei movimenti che il suo fisico gli permette di avere potrà comunque essere vana dinanzi alla mole maggiore di contrasti che dovrà sopportare col passare degli anni.
La fiducia del Barcellona nei suoi confronti è dettata dal contratto da professionista che il ragazzo ha firmato nei mesi scorsi: scadenza nel 2021 e clausola da cento milioni, che ha prontamente allontanato il Tottenham, interessato al calciatore. Vedremo cosa la vita e la carriera riserveranno a questo ragazzo che, come tutti si augurano, potrebbe essere la nuova estrella blaugrana.